Il mio viaggio in Perù
di Brunetta Partisotti
Sono partita con il sogno antico di vedere Machu Picchu e i siti archeologici… sono tornata con i visetti dei bambini di Willoc inchiodati nella memoria e nel cuore.
Certo il Perù archeologico che desideravo vedere è stato una sorpresa ricca ed emozionante, ma la vera scoperta di questo viaggio è stata proprio la parte che mi lasciava all’inizio un po’ freddina e che giudicavo in fondo scontata, anche perché, sensibile ai temi sociali, impegnata pure in vari gruppi ( le donne, la pace, l’ambiente…), mi sentivo (quanto presuntuosamente!) come una che non ha molto altro da imparare.
D’altra parte questo è stato il primo viaggio del genere che ho fatto, e forse per la prima volta ho capito davvero cosa vuol dire il “Che” con la definizione di vero viaggio come quello che ti cambia.
Sull’altopiano verso Chivay, a 4850 metri di altezza, si innalzano, nella neve, ovunque, montagnole di sassi: il “Che” dice che sono gli Indios a costruirle, depositando ognuno un sassolino nel quale trasferiscono un poco delle loro pene, e alleggerendo simbolicamente la sofferenza. Anch’io ho deposto il mio sassolino, testimonianza del legame che dopo questo viaggio mi unisce al popolo peruviano, segno del mio coinvolgimento e della mia capacità di “ascoltare”, che è il primo passo per arrivare a “capire” un paese.
Capire, ma soprattutto capirsi reciprocamente, anche se le nostre culture sono così diverse e lontane: un momento del viaggio che può tradurre bene questo sforzo di intesa è stato a Juli, quando le donne di Ponchito de Oro ci hanno dedicato una loro canzone e noi abbiamo voluto contraccambiare con un “Bella ciao” riuscito clamorosamente bene, con tanto di seconda voce!
Se dovessi riassumere in forma “sensibile” questo viaggio direi: l’emozione intensa a Machu Picchu, la tristezza più impotente davanti ai bambini di Willoc, l’ammirazione profonda per suor Clara a Manthoc, il respiro della Pachamama sulla puna, il cielo mescolato all’acqua del Titicaca, la voce calda di Elisabet che canta per “su Perù”, lo sguardo alto e fermo delle donne di Ponchito de Oro…e mille altre belle sensazioni che mi accompagneranno nel resto del mio viaggio…che non è finito, come diceva Angel, ma continua, dando un nuovo senso alla mia vita quotidiana qui in Italia, al mio lavoro, alle mie scelte, ai miei progetti.