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Pindorama

In Senegal (come ospite imprevisto...)

di Claudio Cernesi
Arrivai a Ziguinchor verso sera ed era il novembre del 1986. Giunto a Dakar telefonai alla équipe di volontari italiani che stavano lavorando in Casamance, la regione meridionale del Senegal, per avvertirli del mio arrivo. Avevo condiviso con loro, a Firenze, il Corso di formazione relativo al Progetto di Cooperazione Internazionale che aveva sede a Ziguinchor, capoluogo della Casamance. Dopo un anno dalla partenza del gruppo li raggiungevo per svolgere una ricerca di carattere antropologico, porre loro una serie di domande sul lavoro in corso e indagare la realtà culturale in cui stavano operando. Però, per un disguido di carattere organizzativo, l'équipe non era stata avvisata del mio arrivo e mi trovai di fronte alla impossibilità di iniziare subito la ricerca. Per due mesi fui così costretto ad attendere e ad iniziare semplicemente ad abitare senza poter fare domande a nessuno. A distanza di anni devo dire che quel disguido fu una vera fortuna perché mi impedì di percorrere la stessa strada che tanti europei avevano compiuto cioè quella di avvicinarsi alle altre culture per studiarle, per porre loro delle domande …senza far sì che potesse avvenire anche il contrario. Il semplice abitare mi permise di vivere la mia condizione in quel luogo come semplice persona e non come “ricercatore”, di sperimentare l'abitare come moltitudine di possibilità che la vita ci presenta e che ogni cultura declina in modo diverso. Nel ruolo imprevisto di ospite, nelle case del paese, nelle capanne dei villaggi, coglievo modi di essere che forse non avrei saputo vedere se fossi stato preso dal cercare risposte alle domande che avevo preparato. Una volta partiti per un viaggio occorre gustare il gioco degli intrecci, degli imprevisti, senza cercare di trovare per forza le soluzioni e le risposte ai quesiti che via via si propongono. Pian piano mi si propose l'idea che nell'incontro con un altra cultura l'obiettivo reale non è quello di capire come è fatto l'altro quanto di cogliere qualche elemento in più per cogliere come sono fatto io. Dopo quel primo periodo la mia ricerca continuò in altro modo e due anni dopo quel viaggio iniziai a proporre progetti di conoscenza interculturale tra l’Occidente e l’Africa. Sempre più mi sembrava che si potesse apprendere uno dall'altro, che occorresse ridefinire il termine “sviluppo” e il modo con cui noi occidentali ci rapportiamo ai popoli e alle culture che chiamavamo e chiamiamo “in via di sviluppo”. Detti un nome a queste attività e le denominai “Teraanga” che in lingua Wolof indica l'antico rito dell'ospitare. Oggi il Laboratorio Teraanga opera nella scuola, negli ambienti che hanno a che fare con l'immigrazione e ha un progetto di scambio col Senegal, nella zona dove ero andato per domandare e dove mi resi conto che prima di chiedere è forse opportuno ascoltare. E' un progetto che punta a favorire la conoscenza delle reciproche culture creando occasioni di incontro, di ascolto e di formazione reciproca anche attraverso il rapporto con alcune associazioni e scuole senegalesi. All'interno del progetto è prevista l'organizzazione di viaggi di conoscenza con le realtà senegalesi con cui siamo in rapporto. Tra le persone dei gruppi che sono già scesi ho visto spesso che nel corso del viaggio apparivano sprazzi di un Africa inaspettata, un Africa che sta aiutandosi e che sta vivendo al di fuori dell'immagine stereotipata che la vuole in perenne stato di miseria, carica solo di affascinanti immagini selvagge e relegata nella non conoscenza della cultura delle persone che la abitano. Appare l'Africa degli sguardi e dei tempi lenti, della solidarietà e della serenità, del gusto della relazione con l'altro, l'Africa che educa i suoi bambini con la pedagogia del dono, che considera la parola come valore altissimo, che sa narrare e che sa ascoltare. Questi sprazzi, questi spiragli, entro cui può svilupparsi il seme della conoscenza sono per me motivo di serenità e un modo per continuare a praticare quell'ospitalità con cui è iniziata la mia conoscenza delle persone e della cultura dell'Africa.